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San Cesareo (RM)
In comunione… con la Parola!

In comunione… con la Parola! 

di Suor Maria Agata Szymkowiak 

Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa.”

(Mt 16,18)

O Parola d’Amore 
Salda!
Sicura!
Santa!
Grazie per il dono di Pietro
che da debole è roccia
perché mi consegna a Te
e nulla potrà mai
separarmi da Te!

O Parola d’Amore 
Grazie per il Dono di Pietro
di ieri e di oggi
che mi consegna
a Te che sei Cristo,
il Figlio del Dio vivente!
Lo stesso ieri, oggi e sempre!

Nel riflettere
sul Mistero grande
che celebriamo oggi:
La Cattedra di San Pietro
accolgo con gratitudine
le convinzioni del cuore
di Carlo Carretto:

Quanto sei contestabile, Chiesa, eppure quanto ti amo!

“Quanto mi hai fatto soffrire, eppure quanto a te devo! Vorrei vederti distrutta, eppure ho bisogno della tua presenza.
Mi hai dato tanti scandali, eppure mi hai fatto capire la santità! Nulla ho visto nel mondo di più oscurantista, più compromesso, più falso e nulla ho toccato di più puro, di più generoso, di più bello.
Quante volte ho avuto la voglia di sbatterti in faccia la porta della mia anima e quante volte ho pregato di poter morire tra le tue braccia sicure.
No, non posso liberarmi di te, perché sono te, pur non essendo completamente te.
E poi, dove andrei? A costruirne un’altra?
Ma non potrò costruirla se non con gli stessi difetti, perché sono i miei che porto dentro. E se la costruirò, sarà la mia Chiesa, non più quella di Cristo.
Sono abbastanza vecchio per capire che non sono migliore degli altri.
L’altro ieri un amico ha scritto una lettera ad un giornale: “Lascio la Chiesa perché, con la sua compromissione con i ricchi, non è più credibile”.
Mi fa pena! O è un sentimentale che non ha esperienza, e lo scuso; o è un orgoglioso che crede di essere migliore degli altri.
Nessuno di noi è credibile finché è su questa terra.
San Francesco urlava: “Tu mi credi santo, e non sai che posso ancora avere dei figli con una prostituta, se Cristo non mi sostiene”.
La credibilità non è degli uomini, è solo di Dio e del Cristo.
Degli uomini è la debolezza e semmai la buona volontà di fare qualcosa di buono con l’aiuto della grazia che sgorga dalle vene invisibili della Chiesa visibile.
Forse che la Chiesa di ieri era migliore di quella di oggi? Forse che la Chiesa di Gerusalemme era più credibile di quella di Roma?
Quando Paolo arrivò a 
Gerusalemme portando nel cuore la sua sete di universalità sul vento del suo potente afflato carismatico, forse che i discorsi di Giacomo sul prepuzio da tagliare o la debolezza di Pietro che si attardava con i ricchi di allora (i figli di Abramo) e che dava lo scandalo di pranzare solo con i puri, poterono dargli dei dubbi sulla veridicità della Chiesa, che Cristo aveva fondato fresca fresca, e fargli venire la voglia di andarne a fondare un’altra ad Antiochia o a Tarso?
Forse che a Santa Caterina da Siena, vedendo il Papa che faceva -e come la faceva!- una sporca politica contro la sua città, la città del suo cuore, poteva saltare in capo l’idea di andare sulle colline senesi, trasparenti come il cielo, e fare un’altra Chiesa più trasparente di quella di Roma così spessa, così piena di peccati e così politicante?
No. non credo, perché sia Paolo che Caterina sapevano distinguere, tra le persone che compongono la Chiesa “il personale della Chiesa” -direbbe Maritain- e questa società umana chiamata Chiesa, che a differenza di tutte le altre collettività umane “ha ricevuto da Dio una personalità soprannaturale, santa, immacolata, pura, indefettibile, infallibile, amata come sposa da Cristo e degna di essere amata da me come madre dolcissima”.
Qui sta il mistero della Chiesa di Cristo, vero impenetrabile mistero.
Ha il potere di darmi la santità ed è fatta tutta quanta, dal primo all’ultimo, di soli peccatori, e che peccatori!
Ha la fede onnipotente e invincibile di rinnovare il mistero eucaristico, ed è composta di uomini deboli che brancolano nel buio e che si battono ogni giorno contro la tentazione di perdere la fede. Porta un messaggio, di trasparenza ed è incarnata in una pasta sporca, come è sporco il mondo.
Parla della dolcezza del Maestro, della sua non-violenza, e nella storia ha mandato eserciti a sbudellare infedeli e torturare eresiarchi.
Trasmette un messaggio di evangelica povertà, e non fa che cercare danaro e alleanze con i potenti.
Coloro che sognano cose diverse da questa realtà non fanno che perdere tempo e ricominciare sempre da capo. E in più dimostrano di non aver capito l’uomo.
Perché quello è l’uomo, proprio come lo rende visibile la Chiesa, nella sua cattiveria e nello stesso tempo nel suo coraggio invincibile che la fede in Cristo gli ha dato e la carità del Cristo gli fa vivere.
Quando ero giovane non capivo perché Gesù, nonostante il rinnegamento di Pietro, lo volle capo, suo successore, primo papa. Ora non mi stupisco più e comprendo sempre meglio che avere fondato la Chiesa sulla tomba di un traditore, di un uomo che si spaventa per le chiacchiere di una serva, era un avvertimento continuo per mantenere ognuno di noi nella umiltà e nella coscienza della propria fragilità.
No, non vado fuori di questa Chiesa fondata su una pietra così debole, perché ne fonderei un’altra su una pietra ancora più debole che sono io.
E poi cosa contano le pietre? Cioè che conta è la promessa di Cristo, ciò che conta è il cemento che unisce le pietre, che è lo Spirito Santo.
Solo lo Spirito Santo è capace di fare la Chiesa con delle pietre mal tagliate come siamo noi!
Solo lo Spirito Santo può tenerci uniti nonostante noi, nonostante la forza centrifuga del nostro orgoglio senza limiti.
Qui sta davvero il mistero più grande della Chiesa, a cui rinuncio chiudendo il mio cuore al fratello nemico ed erigendomi a giudice dell’assemblea dei figli di Dio.
E il mistero sta qui.
Questo impasto di bene e di male, di grandezza e di miseria, di santità e di peccato che è la Chiesa, in fondo sono io.
Ed anche se nessuno di coloro che vivono, che sono nella Chiesa, possono dirsi “Chiesa” perché la persona Chiesa li supera, ognuno di noi può sentire con tremore e con infinito gaudio che ciò che passa nel rapporto Dio-Chiesa è qualcosa che ci appartiene nell’intimo.
In ciascuno di noi si ripercuotono le minacce e la dolcezza con cui Dio tratta il suo popolo di Israele, la Chiesa. A ognuno di noi Dio dice come alla Chiesa: “Io ti farò la mia sposa per sempre” (Os 2-21): ma nello stesso tempo ci ricorda la nostra realtà: “La tua impurità è come la ruggine. Ho cercato di toglierla, fatica sprecata! E’ così abbondante che non va via nemmeno col fuoco” (Ez 24,12). Basta leggere i profeti per sentire come tutto ciò che Dio rivolge al suo popolo, a Israele, Dio lo dice a ciascuno di noi.
E se le minacce sono così numerose e la violenza del castigo così grande, più numerose sono le parole d’amore e più grande è la sua misericordia. Direi proprio, pensando alla Chiesa e alla mia povera anima, che Dio è più grande della nostra debolezza.
Ma poi c’è ancora un’altra cosa che è forse più bella. Lo Spirito Santo, che è l’Amore, è capace di vederci santi, immacolati, belli, anche se vestiti da mascalzoni e adulteri.
Il perdono di Dio, quando ci tocca, fa diventare trasparente Zaccheo, il pubblicano, e immacolata la Maddalena, la peccatrice.
E’ come se il male non avesse potuto toccare la profondità metafisica dell’uomo. E’ come se l’Amore avesse impedito di lasciar imputridire l’anima lontana dall’amore.
“Io ho buttato i tuoi peccati dietro le mie spalle”, dice Dio a ciascuno di noi nel perdono, e continua: “Ti ho amato di amore eterno; per questo ti ho riservato la mia bontà. Ti edificherò di nuovo e tu sarai riedificata, vergine Israele” (Ger 31,3-4).
Ecco, ci chiama “vergini” anche quando siamo di ritorno dall’ennesima prostituzione nel corpo, nello spirito e nel cuore.
In questo, Dio è veramente Dio, cioè l’unico capace di fare le “cose nuove”.
Perché non m’importa che Lui faccia i cieli e la terra nuovi, è più necessario che faccia “nuovi” i nostri cuori.
E questo è il lavoro di Cristo.
E questo è l’ambiente divino della Chiesa.
Volete voi impedire questo “far nuovi i cuori”, scacciando qualcuno dall’assemblea del popolo di Dio?
O volete voi, cercando altro luogo più sicuro, mettervi in pericolo di perdere lo Spirito?”

(Fratel Carlo Carretto)

Felice festa a noi:
Chiesa una santa
cattolica e apostolica!