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San Cesareo (RM)
Lo Spirito Santo nel Magistero della Chiesa

Lo Spirito Santo nel Magistero della Chiesa

Spirito Santo», tale è il nome proprio di colui che noi adoriamo e glorifichiamo con il Padre e il Figlio. La Chiesa lo ha ricevuto dal Signore e lo professa nel Battesimo dei suoi nuovi figli.

Il termine «Spirito» traduce il termine ebraico Ruah, che nel suo senso primario significa soffio, aria, vento. Gesù utilizza proprio l’immagine sensibile del vento per suggerire a Nicodemo la novità trascendente di colui che è il Soffio di Dio, lo Spirito divino in persona. D’altra parte, Spirito e Santo sono attributi divini comuni alle tre Persone divine. Ma, congiungendo i due termini, la Scrittura, la liturgia e il linguaggio teologico designano la Persona ineffabile dello Spirito Santo, senza possibilità di equivoci con gli altri usi dei termini «spirito» e «santo»”.

(Catechismo della Chiesa Cattolica, 691)

Il nome nella Sacra Scrittura non è un semplice appellativo così come lo intendiamo oggi, ma ci dice qualcosa stessa della persona alla quale ci riferiamo. Così è anche per lo Spirito Santo. Il termine Ruah abbiamo appena letto che vuol dire vento, soffio o anche respiro. Questi simboli del vento e del respiro ci dicono qualcosa dello Spirito Santo.

Il vento ci fa pensare a qualcosa di potente, specialmente se ci riferiamo ad un vento impetuoso, capace di agitare le acque del mare, sradicare alberi e sollevare cose anche pesanti. Il vento è qualcosa che non possiamo catturare, possiamo lasciarci però sospingere da esso. L’immagine del respiro, del soffio, della brezza ci danno invece l’idea della tranquillità, del ristoro in una giornata afosa, ad esempio.

Dunque queste immagini, opposte tra loro, ci dicono qualcosa dello Spirito Santo che impersona nel modo più evidente il mistero di Dio, che è al tempo stesso potenza assoluta (il vento impetuoso, serve proprio ad esprimere la potenza, la libertà e la trascendenza dello Spirito Santo che soffia dove vuole (cfr. 1Cor 2,11)) e tenerezza senza confini e quiete infinita (espressa da respiro e dalla brezza, che ci rimandano alla bontà, alla quiete, all’immanenza dello Spirito Santo). Ruah, inoltre, in quanto soffio, respiro, indica ciò che vi è di più intimo e segreto di Dio e più intimo e segreto dell’uomo ed è in questo senso che è scritto che i segreti dell’uomo nessuno li conosce se non lo spirito dell’uomo e i segreti di Dio nessuno li conosce, se non lo Spirito di Dio (cfr. 1Cor 2,11) (cfr. R. Cantalamessa, Il canto dello Spirito, Ancora, Milano 20123, 14 – 17. 22). È bello anche ricordare come Gesù, la sera di Pasqua soffiò sui discepoli lo Spirito Santo innaugurando una nuova creazione (cfr. Gv 19 – 23).

Riconosciamo quindi che lo Spirito Santo è Colui che anima la Chiesa e la spinge nella sua missione, Egli che può comunque offrire ad ogni uomo la possibilità di essere associato al mistero pasquale (cfr. Gaudium et Spes, 22) ed invochiamolo affinché dia forza a noi tutti e ristoro, quiete nelle fatiche e riempia i nostri momenti di solitudine.

Aggiungiamo, infine, un piccolo particolare: partendo dall’ambito devozionale la Chiesa dedica in modo particolare il lunedì e il mese di febbraio allo Spirito Santo, poi, ovviamente tutti i gironi sono buoni per invocarlo!

Manda il tuo Spirito e sarà una nuova creazione e rinnoverai la faccia della terra!

(Chi desidera pregare con il Rosario dello Spirito Santo troverà il testo ed un video qui.)