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San Cesareo (RM)
Novena dell’Immacolata Concezione – 3° giorno

Statua dell’Immacolata Concezione Cappella della Comunità “Angelica Sgobbo Sipari” di Pescina

Novena dell’Immacolata Concezione – 3° giorno

Piccola riflessione/commento sul Tota Pulchra

Tu gloria Ierusalem – Tu gloria di Gerusalemme

Questa strofa come, le altre due che seguiranno, la troviamo nella liturgia dei II Vespri della Solennità dell’Immacolata Concezione. Esse vengono tratte dal libro di Giuditta. Questa donna, dalla quale l’omonimo il libro prende il nome, era una vedova povera umile e timorata di Dio, la quale decise di non unirsi ad altri uomini dopo la morte del marito, nonostante non mancassero i pretendenti dovuti anche alla sua bellezza e che salvò la città di Betulia, nella quale abitava, dalla distruzione. Questa città fu cinta di assedio dall’esercito Assiro guidato dal generale Oloferne che aveva sbaragliato altri popoli e si apprestava a conquistare anche Betulia per, poi, proseguire verso Gerusalemme. Gerusalemme acquistò per gli ebrei un’importanza vitale, basti pensare quante volte essa venga menzionata nei Salmi, dal momento in cui il re Davide la costituì capitale del regno di Israele e Salomone, suo successore, vi costruì il Tempi, dove pose l’Arca dell’Alleanza. Gerusalemme divenne il luogo della presenza di Dio in mezzo al Suo popolo. L’espressione “salire a Gerusalemme” non sta, infatti, ad indicare solamente una ascesa geografica, ma anche un’ascesa verso Dio.

Tornano al racconto del libo di Giuditta, il popolo dopo molti giorni di assedio, stanco e sfiduciato, privato anche dell’acqua, decise di arrendersi e consegnare la città nelle mani degli Assiri. Un capo del popolo, Ozia, esortò a resistere almeno altri cinque giorni, terminati i quali, se non fosse giunto nel frattempo un aiuto da parte di Dio, avrebbero consegnato la città agli Assiri. Giuditta, venuta a conoscenza di questa volontà, riproverò il popolo per aver messo alla prova il Signore. Gli anziani, ossia i capi del popolo, la invitarono a pregare Dio ,sicuri che le avrebbe dato ascolto. Giuditta disse loro che quella notte stessa sarebbe uscita dalla città, senza svelare le sue intenzioni, ma invitando solo a pregare per lei affinché la custodisse. Ella, stessa pregò il Signore affinché l’assistesse.

Giuditta si presentò ad Oloferne fingendo di volergli svelare alcuni piani degli Israeliti. Oloferne rimase invaghito per la sua bellezza e le concesse una tenda nella quale dimorare. Il quarto giorno, sperando di convincerla ad andare a vivere per sempre con lui, le offrì un ricco banchettò durante il quale Oloferne si ubriacò. Quando si addormentò Giuditta afferrò la spada di Oloferne e lo decapitò. Gli Assiri furono inseguito sconfitti. Il sommo sacerdote Ioakìm e il consiglio degli anziani degli Israeliti, che abitavano a Gerusalemme, andarono a vedere i benefici che il Signore aveva operato per Israele e per rendere omaggio a Giuditta (cfr. Gdt 15,8). Quando la videro le rivolsero parole di benedizione ed esclamarono “Tu sei la gloria di Gerusalemme, tu magnifico vanto d’Israele, tu splendido onore della nostra gente” (Gdt 15,9).

Giuditta viene vista come figura di Maria Santissima, in quanto come Dio ha operato prodigi per mezzo di un a umile donna così Egli ha voluto servirsi di una umile e devota donna, Maria, per assumere la carne umana e vivere come uomo tra gli uomini ed operare in questo modo la salvezza. L’immagine di Giuditta che taglia la testa ad Oloferne ci richiama alla mente la profezia contenuta nel libro della Genesi, che ascolteremo nella Santa Messa il giorno della solennità dell’Immacolata Concezione: “Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno” (Gen 3,15). In una interpretazione mariologica la donna menzionata nel brano del libro della Genesi appena citato è Maria Santissima, difatti molte raffigurazioni della Immacolata Concezione la rappresentano mentre schiaccia la testa al serpente, cioè al maligno.

Dunque Maria Vergine, povera, umile, timorata di Dio, combatte con la sua semplicità il male, è il capo di una milizia che incoraggia cristiani poveri a non rinunciare a mettersi in  gioco perché Dio vince con un esercito piccolo e di quelli che per il mondo sono i piccoli e gli esclusi. Affidiamoci a lei, imitiamone la fede e l’abbandono fiducioso alla volontà di Dio.

Pregheremo insieme perché la Madonna ci indichi quale strada dobbiamo precorrere per avere anche coraggio e andare avanti”.

(San Massimiliano Maria Kolbe)

Orazione
O Dio, che hai scelto come Madre del Salvatore la beata Vergine Maria, eccelsa tra gli umili e i poveri, concedi a noi che, seguendo i suoi esempi, ti rendiamo l’omaggio di una fede sincera e poniamo in te ogni speranza di salvezza.
Per Cristo nostro Signore.

Amen.

 

Canto o recita di “Tra le pure creature” (facoltativo)

Canto o recita del “Tota Pulcra”