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San Cesareo (RM)
La fondazione della Pia Casa d’Istruzione e Lavoro di Ariano Irpino

La fondazione della Pia Casa d’Istruzione e Lavoro di Ariano Irpino

Il 21 novembre è una data particolarmente importante per la storia della nostra Congregazione, ricordata sempre con molta gioia e gratitudine fin dai tempi dalla nostra Fondatrice. Bisogna, però, precisare subito una cosa: questo giorno non coincide con la nascita della nostra Famiglia Religiosa, avvenuta il 2 febbraio 1896, ma con l’istituzione di una realtà di grande importanza per la citta di Ariano di Puglia (questo il nome di Ariano Irpino fino al 1930), nella quale, solo alcuni anni dopo la nostra Congregazione nacque, mosse i primi passi e si sviluppò, estendendosi, poi, in altri luoghi d’Italia e del mondo.

Parliamo allora brevemente della fondazione di quella che divenne in seguito la nostra Casa madre, rimandandovi, se desiderate approfondire l’argomento, alla lettura del libro di padre Benedetto Carderi, O. P., “La Pia Casa di Lavoro: una Casa per il popolo ad Ariano (1877 – 1977)”, che potete scaricare liberamente alla pagina “Pubblicazioni” di questo sito web, nella sezione dedicata alla Serva di Dio Giuseppina Arcucci.

Innanzitutto bisogna fare un accenno al luogo nel quale la Pia Casa d’Istruzione e Lavoro fu istituita, ossia il monastero del Santissimo Salvatore, sorto nel XVI secolo grazie alla generosità della Signora Covella Romanea, la quale donò il 31 luglio 1518 una casa con orto e vigna per l’istituzione di un monastero di monache benedettine cassinesi, che venne appunto intitolato al “Santissimo Salvatore”. Nel corso degli anni vi furono ulteriori donazioni che favorirono lo sviluppo ed il mantenimento del monastero, il quale divenne un importante centro di fede e di carità nella città di Ariano. Le monache avviarono al suo interno un educandato per fanciulle del luogo, da loro stesse diretto; istituzione di notevole importanza per l’educazione delle ragazze. Esso, però, rischiava di venir meno a causa del Regio Decreto del 7 luglio 1866, n. 3036, di soppressione delle corporazioni religiose che avrebbe determinato la fine del monastero e la conseguente scomparsa dell’educandato con la morte o il trasferimento delle restanti monache. Onde evitare la fine di una così preziosa istituzione per la città di Ariano di Puglia, l’allora vescovo diocesano, mons. Francesco Trotta, pensò di istituire nei locali del monastero soppresso una Pia Casa di Lavoro. Le monache benedettine, dietro suggerimento dello stesso Vescovo, con deliberazione capitolare datata 20 agosto 1877, determinarono di ospitare all’interno del monastero suore giovani e patentate all’insegnamento (oggi diremmo diplomate o laureate ed abilitate all’insegnamento), che le affiancassero per il proseguimento dell’educandato, e nel contempo, sarebbero state loro di aiuto nel corso della vecchiaia.

Mons. Francesco Trotta, aiutato dal ministro di grazia e giustizia e dei culti, Pasquale Stanislao Mancini, deputato del collegio di Ariano, e dal sindaco della città, Emilio Filioli, fondò la Pia Casa d’Istruzione e Lavoro, inaugurata, tra varie difficoltà il 21 novembre 1877 ed ufficialmente istituita con decreto vescovile l’8 dicembre dello stesso anno e presentata alla intera Diocesi. Essa comprendeva un orfanotrofio, una scuola elementare di grado inferiore e superiore per alunne convittrici ed esterne, una scuola di lavoro per arti donnesche (ossia lavori tipici delle donne, come il cucito, il ricamo, ecc…), un collegio di ragazze, di età compresa tra i 6 e i 12 anni, dedicato in modo particolare alle fanciulle benestanti, senza però restare precluso a quelle più povere. La Pia Casa era disciplinata da regolamenti scritti da mons. Francesco Trotta, ed aveva come direttore il canonico penitenziere Crescenzo Decapraris. Un forte contributo alla realizzazione di questa istituzione venne dal Beato Tommaso Maria Fusco, fondatore della Congregazione delle Figlie della Carità del Preziosissimo Sangue, con sede a Pagani, il quale, su richiesta di mons. Francesco Trotta, inviò sette “sue” religiose per il disimpegno delle mansioni educative all’interno della Pia Casa.

Le monache mantennero comunque un ruolo di rilievo nella nuova Istituzione. Il lavoro all’interno della nuova opera pia era notevole, perciò si rese necessaria la presenza di nuove maestre. Fu così che il Beato Tommaso Maria Fusco si mise alla ricerca a Napoli di due maestre patentate all’insegnamento, aventi anche il desiderio di vestire l’abito religioso. Tra di esse c’era la nostra Fondatrice, la quale fece il suo ingresso nella Pia Casa il giorno 11 settembre 1878, andando ad affiancare la monaca Teresa Durante nell’insegnamento alle educande e nella scuola di ricami e fiori.

La Pia Casa d’Istruzione e Lavoro divenne nel corso degli anni un importante punto di riferimento per la città di Ariano di Puglia e non solo, sia per quanto concerne l’ambito educativo che quello assistenziale, grazie alla carità della Serva di Dio Giuseppina Arcucci e delle sue consorelle, ed all’impegno dei vescovi di Ariano di Puglia, mons. Francesco Trotta e mons. Andrea D’Agostino. Lo stesso vescovo Francesco Trotta consolidò l’Istituzione dichiarandola ente morale ecclesiastico con decreto di approvazione del 26 maggio 1886, auspicando che presto anche lo Stato potesse riconoscerla ente morale civile, cosa che avvenne, però, solo nel 1932, nonostante tanti anni prima mons. Andrea D’Agostino tentò di avviare, invano, le pratiche per il conseguimento di tale riconoscimento.

La Casa restò in qualche modo legata alla Congregazione delle Figlie della Carità del Preziosissimo Sangue fino a poco dopo la morte del Beato Tommaso Maria Fusco (24 febbraio 1891), divenendo qualche anno dopo la culla della nuova Famiglia Religiosa delle Suore dello Spirito Santo (con questo nome volle chiamare il nascente Istituto Religioso mons. Andrea D’Agostino scrivendo per esso di suo pugno le Regole). Da quel momento nacque un legame inscindibile tra la Pia Casa e noi Suore dello Spirito Santo, con a capo la Madre Fondatrice: numerosi riconoscimenti vennero elargiti ed insieme, con l’aiuto Dio, furono superate le tempeste delle persecuzioni. Per questo l’anniversario della nascita della Pia Casa è per noi Suore una data importantissima e nello stesso tempo un ricordo delle monache cassinesi, che una impronta profonda nella spiritualità della Serva di Dio Giuseppina Arcucci, radicata nell’Ora et Labora benedettino, la quale restò accanto a loro nella vecchiaia, conservando, poi, verso di esse un senso di gratitudine, rimasto sempre vivo anche a distanza di anni dalla morte dell’ultima di esse, donna Maria Raffaella Lusi, avvenuta il 27 febbraio 1913.

Moltitudine di generazioni ricevettero nella Pia Casa l’educazione cristiana, umana e professionale. Fiume strarippante di carità discreta che impregnó il vissuto quotidiano e le urgenze in cui si trovò il popolo arianese e quello limitrofo.

L’anniversario della Fondazione della Pia Casa, che possiamo dire è sorta sotto la protezione di Maria, Madre di Dio e Madre nostra (inaugurata, infatti, nella memoria della Presentazione della Beata Vergine Maria e istituita ufficialmente nella Solennità della Immacolata Concezione), che celebriamo con tanta gratitudine possa infervorare questa benemerita realtà ecclesiale della Diocesi che si accinge a celebrare, al termine dell’anno pastorale in corso, un significativo congresso eucaristico che coronerá il triennio del cammino sinodale dal tema “Resta con noi Signore”, celebrato con molto impegno e fede per essere, come sottolinea Mons. Sergio Melillo,

Non una conclusione ma un inizio. Siamo viandanti e dobbiamo avere il coraggio di incontrarci e di fare in modo che il Signore resti nelle nostre Vite”. 

La Pia Casa desidera esserene un riflesso umile e fedele!

Foto

Museo “Giuseppina Arcucci”